passaparola

sabato 31 maggio 2008

Musica

Salve a tutti, in questo post non vi voglio parlare di politica o dell'ennesima truffa da parte della CASTA agli italiani.
Oggi vi voglio presentare un ragazzino che ho conosciuto su yahoo answer.
Ha solo 15 anni, ma è straordinariamente bravo (premetto: non sono uno di quei bambocci che si infervora appena sente Finley e Tokio Hotel!! Anzi, io ascolto l'esatto opposto: Pierangelo Bertoli, Vecchioni, Guccini, Nirvana, ecc.).
Fa musica rap e hip-pop. Nonostante io non ami affatto questi generi musicali, anzi non li posso ascoltare, lui mi ha stupito. Le sue canzoni sono attuali: parlano della fame nel mondo, della fine che sta facendo il nostro povero paese, di disagi sociali, ecc.
Ve lo posso garanire: non è il solito ragazzino che fa musica solo per soldi. Visitate il suo spaces e giudicate.

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mercoledì 21 maggio 2008

Gli ultimi tre post li ho voluti dedicare a tre grandi della lotta alla mafia: Peppino Impastato, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ma perchè l'ho fatto? La risposta è semplicissima: perchè voglio contribuire a tenere viva la memoria ed il sacrificio di questi uomini, che hanno donato la loro vita per sconfiggere un male che da quasi due secoli attanaglia il nostro paese, perchè voglio evitare che un giorno si dica: "Borsellino era un criminale, Provenzano un eroe".
Ad essere sinceri qualcosa del genere è già accaduto, anche se nessuno ci ha prestato molta attenzione: Silvio Berlusconi ha detto che Vittorio Mangano è un eroe. Ma perchè lo ha detto e nessuno gli ha fatto nulla?
Semplice: in questi ultimi 14 anni in Italia si è assisitito ad un preoccupantissimo processo di inevoluzione, a cui purtroppo non si presta mai troppa attenzione.
Iniziamo dal principio: 14 anni fa si candidava per la prima volta la ruolo di primo ministro un imprenditore di Milano, divenuto famoso per aver fondato l'azienza televisiva Mediaset. All'epoca non si sapeva granchè del passato di quest'uomo, che si presentava sulla sciena politica italiana come un drastico risolutore di problemi, in un periodo nero della nostra repubblica. Era infatti il periodo di "Mani Pulite", l'indagine giudiziaria che portò alla fine della prima repubblica e alla scomparsa di tutti i partiti che fino ad allora avevano dominato la scena politica italiana.
Berlusconi vinse le elezioni del 1994 con la Casa delle Libertà, un'alleanza di partiti di destra di cui faceva parte anche Forza Italia, il partito fondato da Marcello Dell'Utri per ordine di Berlusconi. Tuttavia il cavaliere governò pochi mesi, perchè nel dicembre dello stesso anno il leader della Lega Nord Umberto Bossi, un alleato di Berlusconi, tolse la fiducia al governo, obbligando così il presidente della repubblica a sciogliere anticipatamente le camere.
A questo punto si iniziò ad indagare sul passato di Silvio Berlusconi: si scoprì che aveva intrattenuto rapporti con dei mafiosi (ne aveva ospitato addirittura uno, a cui aveva affidato il compito di stalliere nella sua villa di Arcore). Gia nel 1992 Borsellino parlava di questi rapporti. Citerò alcune frasi che il magistrato disse a due giornalisti che lo interrogavano in proposito:

Giornalista Non le sembra strano che certi personaggi, grossi industriali come Berlusconi, Dell'Utri, siano collegati a uomini d'onore tipo Vittorio Mangano?

Borsellino: All'inizio degli anni Settanta, Cosa Nostra cominciò a diventare un'impresa anch'essa, un'impresa nel senso che attraverso l'inserimento sempre più notevole, che a un certo punto diventò addirittura monopolistico, nel traffico di sostanze stupefacenti, Cosa Nostra cominciò a gestire una massa enorme di capitali, dei quali naturalmente cercò lo sbocco, perché questi capitali in parte venivano esportati o depositati all'estero e allora così si spiega la vicinanza tra elementi di Cosa Nostra e certi finanzieri che si occupavano di questi movimenti di capitali.

Giornalista: Lei mi dice che è normale che Cosa Nostra si interessi a Berlusconi?

Borsellino: è normale che chi è titolare di grosse quantità di denaro cerchi gli strumenti per poter impiegare questo denaro, sia dal punto di vista del riciclaggio, sia dal punto di vista di far fruttare questo denaro.

Giornalista: Mangano era un pesce pilota?

Borsellino: Sì, guardi le posso dire che era uno di quei personaggi che ecco erano i ponti, le teste di ponte dell'organizzazione mafiosa nel nord Italia.

Giornalista: Si dice che abbia lavorato per Berlusconi?

Borsellino: Non le saprei dire in proposito o anche se le debbo far presente che come magistrato ho una certa ritrosia a dire le cose di cui non sono certo, so che ci sono addirittura ancora delle indagini in corso in proposito. Non conosco quali atti siano ormai conosciuti, ostensibili e quali debbano rimanere segreti. Questa vicenda che riguarderebbe i suoi rapporti con Berlusconi, è una vicenda che la ricordi o non la ricordi, comunque è una vicenda che non mi appartiene, non sono io il magistrato che se ne occupa quindi non mi sento autorizzato a dirle nulla.

Giornalista: C'è un'inchiesta ancora aperta?

Borsellino: So che c'è un'inchiesta ancora aperta.

Giornalista: Su Mangano e Berlusconi a Palermo?

Borsellino: Sì.
Indro Montanelli rivelò di aver lasciato la direzzione del "Il Giornale" quando Berlusconi, che ne era il proprietario, gli annunciò di volerlo utilizzare per fare propaganda al suo partito.
Berlusconi riesce a farsi rieleggere primo ministro nel 2001: è la fine di tutto. L'economia inizia ad andare a rotoli, la criminalità aumente e muotre la libertà d'informazione: difatti Berlusconi controllava già la seconda emittente più importante d'Italia (Mediaset). Con la presidenza del consiglio riesce a mettere le mani anche nella RAI. Infine, con i finanziamenti ai giornali è riuscito a tappare la bocca pure a loro. L'unica fonte di notizie che resta pura è internet, ma per quanto ancora sarà libera?
Comunque, il succo del discorso è che attraverso il controllo dei media Berlusconi è riuscito a diventare un dio, intoccabile e inddistruttibile, facendoci scordare il nostro passato e riempiendo le nostre giornate di stupide soap opera.
Così se 14 anni fa consideravamo Falcone e Borsellino eroi e quantomeno multavamo chi diceva che un mafioso era un eroe oggi si sta zitti. Per esempio qualche settimana fa Berlusconi ha detto che Vittorio Mangano è un eroe perchè non ha denunciato i rapporti che c'erano tra Berlusconi e Cosa Nostra, anche se facendolo ne avrebbe tratto vantaggi. Nessuno ha fatto qualcosa a Berlusconi. Così, nel giro di appena 14 anni, il mafioso che non parla è passato da omertoso ad eroe, anche se gli italiani considerano ancora Borsellino e Falcone come grandi uomini.

martedì 20 maggio 2008

Peppino Impastato

Il 9 maggio del 1978, mentre l’Italia è sotto choc per il ritrovamento a Roma del cadavere di Aldo Moro, in un piccolo paesino della Sicilia affacciato sul mare, Cinisi, a 30 km da Palermo, muore dilaniato da una violenta esplosione Giuseppe Impastato. Ha 30 anni, è un militante della sinistra extraparlamentare e sin da ragazzo si è battuto contro la mafia, denunciandone i traffici illeciti e le collusioni con la politica. A far uccidere Impastato è il capo indiscusso di Cosa Nostra negli anni Settanta, Gaetano Badalamenti, bersaglio preferito delle trasmissioni della Radio libera che egli ha fondato a Cinisi.

PAOLO BORSELLINO

E' con grande piacere che raccolgo l'invito di Tindari Baglione di scrivere poche righe in occasione del nono anniversario della scomparsa di Paolo Borsellino, con il quale ho avuto la fortuna e l'onore di condividere un'indimenticabile esperienza di lavoro presso la Procura della Repubblica di Marsala, ma è al contempo con altrettanto profondo dolore che, voltandomi indietro a ripercorrere quegli anni e quei terribili eventi, constato come quella rabbia e sdegno che seguì agli efferati eccidi dell'estate 1992 abbia lasciato il posto ad una stanca apatia che scivola (temo) verso l'oblio. Vivo e lavoro ormai lontano dalla Sicilia e le mie opinioni si formano solamente sulla base di una lettura dei fatti di cronaca riportati dai giornali e su un esame critico dei provvedimenti legislativi fioriti in questi anni, oltre che su conversazioni (ahimè, sempre più sporadiche) con i colleghi che ancor lavorano in quei luoghi, ed al termine delle mie riflessioni, non posso che pervenire alla conclusione che forse il giorno in cui la mafia sarà debellata è ancora molto lontano. E, con un sapore amaro, mi ritornano in mente le parole di Paolo che, invece, nel suo inguaribile ottimismo sosteneva con convinzione che “cosa nostra” era destinata ad un'ineluttabile sconfitta. Il suo ragionamento non era, però, destituito di fondamento, ma si basava (come sempre, del resto) su elementi di fatto incontestabili in quei tempi. Osservava Paolo che uno della sua generazione non poteva essere pessimista perchè quando lui era ancora un bambino che giocava nel quartiere della Kalsa di Palermo chi nominava la mafia era considerato uno che voleva diffamare la Sicilia ed i siciliani perchè, secondo l'opinione comune, "la mafia non esisteva" e non doveva esistere. Con il passare degli anni egli, invece, aveva potuto constatare che nelle vie di Palermo i giovani hanno iniziato a parlare della mafia, ne hanno ammesso l'esistenza e, nel contempo, hanno cominciato a negarle il consenso. Se quindi è vero, come sosteneva Paolo Borsellino, che discutere di mafia, anzi, il solo fatto di nominarla costituisce il primo ineludibile gradino per combatterla e sconfiggerla, l'assordante silenzio sul cancerogeno fenomeno mafioso ascoltato nei programmi elettorali e di governo mi induce a ritenere che si è fatto certamente un passo indietro rispetto alle realistiche previsioni formulate dal compianto collega. Oggi la lotta alla mafia rappresenta una vuota "clausola di stile" da inserire nei discorsi propagandistici ed il contrasto ai poteri criminali non è più inteso come impegno della comunità nel suo intero, ma solo come attività demandata all'esclusivo ed encomiabile impegno di magistrati totalmente isolati dal resto della società e delle istituzioni. Mi è stato sollecitato un ricordo di Paolo Borsellino ed io non posso che rammentare la sua bontà. Molte persone, non appena vengono a sapere dell'esperienza di lavoro che ho vissuto con Paolo, mi chiedono un giudizio personale su di lui. lo rispondo sempre: "Paolo era un uomo buono" e tale affermazione mi pare che deluda i miei interlocutori, i quali mi sembra che la intendano come riduttiva della figura di questo straordinario magistrato. lo, invece, ancora oggi ritengo che nessun'altra definizione meglio si attagli a ciò che Paolo è stato. Con questo non voglio sottacere le straordinarie doti professionali di Paolo, magistrato insigne, dotato di grande carisma, in grado di individuare subito il punto fondamentale di ogni questione che gli si poneva di fronte e capace di risolverla sempre nel modo più equo e conforme a giustizia. Di lui ho saputo apprezzare l'eccezionale capacità di garantire a noi sostituti una completa autonomia, facendoci sempre, nel contempo, sentire la sua vigile presenza protettiva e considero come fondamentale insegnamento di civiltà giuridica le sue continue esortazioni a rispettare la legge e ad applicarla con rigore ed equità. Del resto, i successi professionali di Paolo Borsellino sono noti a tutti: basti pensare alla sentenza-ordinanza del primo maxi- processo alla mafia, scritta, insieme a Giovanni Falcone, durante un'estate trascorsa all'interno dell'istituto penitenziario dell'Asinara, ove lo Stato li aveva costretti ad alloggiare in quanto impossibilitato a garantirgli altrove un'idonea protezione, oppure agli ordini di cattura emessi sempre nell'ambito di quel processo e dei quali, con orgoglio, Paolo amava ripetere che erano passati indenni al seppur severo vaglio della Corte di Cassazione. Nonostante ciò, però, io continuo a ritenere che la dote più rilevante di Paolo Borsellino sia stata la bontà d'animo ed in questo sono stato confortato da quanto riferitomi anche da sua moglie Agnese che mi ha parlato di quel "fanciullino di pascoliana memoria" che albergava nell'animo si suo marito. Paolo era un puro d'animo, un uomo di specchiata onestà e di grande integrità morale, una persona che ha vissuto una vita cristallina. lo ho sempre ammirato la sua abilità di individuare la parte più debole di ogni vicenda umana in cui per ragioni personali o professionali si imbatteva e la sua capacità di schierarsi immediatamente a fianco di chi aveva subito dei torti. Lo rammento come un uomo di grande sensibilità e tra tutti i ricordi che si affastellano nella mia mente mi piace ricordare un episodio che ha visto come protagonista una bimba, perchè in esso ritrovo la sintesi più mirabile delle qualità di Paolo e perchè ritengo che solo una persona munita di grande sensibilità, come era lui, è in grado di stabilire un rapporto così intenso con chi, come i bambini, costituisce l'espressione più alta della purezza dei sentimenti e della ingenuità. Ero appena arrivato a Marsala e Paolo alla fine di una giornata di lavoro mi invitò a cena insieme agli altri colleghi. Mi disse che voleva portarmi a mangiare in un posto incantevole. In effetti il ristorante si trovava su una lingua di terra proiettata nel mare siciliano e la serata di tarda primavera faceva sì che al tramonto il mare ed il cielo si accendessero di mille luci e quasi si confondessero in un caleidoscopio di colori. Appena entrati nel ristorante vidi farsi incontro a Paolo una bambina di non più di sei anni, con capelli biondi raccolti in due codine, che si gettò tra le sue braccia. Paolo la prese in braccio e la accarezzò teneramente, tant'è che la bimba rimase per quasi tutta la serata sulle sue ginocchia. Tale atteggiamento mi colpì, ma il mio stupore cessò quando alla fine della serata seppi chi era quella bimba. Si trattava dell'unico testimone oculare della caduta di un aereo militare avvenuta nei pressi dell'aeroporto di Trapani. Paolo, che indagava su quel fatto, aveva dovuto sentire quella bambina rimasta comprensibilmente scossa dalla scena alla quale aveva assistito e, consapevole della forma di violenza che inevitabilmente andava ad esercitare sulla bambina, obbligandola a ricordare un fatto per lei doloroso, era riuscito a trovare quelle parole, quei modi e quei gesti che solo chi ha una grande purezza d'animo può utilizzare senza ferire la sensibilità di un essere ingenuo e fragile come una bambina di quell'età. Quest'uomo era Paolo Borsellino e così mi piace ricordarlo.

di Luciano Costantini Sost. Proc. Rep. Pistoia

Giovanni Falcone

“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.”

La figura di Giovanni Falcone rappresenta un pilastro fondamentale nella lotta alla mafia e più in generale nella storia della Repubblica Italiana, uno straordinario esempio di fiducia e dedizione alle istituzioni: la fedeltà incondizionata di Falcone per lo Stato è stata a lungo espressa come un'anomalia, rispetto alla Sicilia e al suo capoluogo Palermo che dopo la sua morte sembrano aver finalmente ritrovato il coraggio di combattere la piaga della malavita.

martedì 13 maggio 2008

UN'INFORMAZIONE LIBERA? Sì PUò FARE!!!!!

Ciao a tutti, è un bel po' che non scrivevo nel blog. Se volete sapere il perché, ve lo dico: dopo le elezioni del 13-14 aprile, vedendo vincere per la terza volta il nano, mi sono demoralizzato, ho iniziato ad avere la politica a schifo e ho anche creduto che questo forum fosse inutile, perché non riuscivo a spiegarmi come avessero potuto gli italiani, dopo essere stati avvertiti da Grillo, da Travaglio e nel mio piccolo anche da me, ridare la presidenza a Berlusconi. Sono stato per 2 settimane sul punto di scrivere un post di addio e porre la parola fine a questa avventura.
Poi mi sono improvvisamente ripreso, anche grazie a Travaglio, che ascolto tutte le volte che va ad annozero.
Così ho capito che se avessi mollato, l'avrei data vinta alla politica mafiosa, perché anche se ho pochi visitatori, io spero di riuscire a far recepire il mio messaggio: la politica italiana è marcia e solo gli italiani, non andando a votare o votando il partito giusto, possono farla guarire.
Oggi vi voglio parlare di una cosa scandalosa che, in una democrazia europea che si rispetti, sarebbe inaccettabile: il controllo politico dei media.
Iniziamo dal caso RAI-Travaglio. Io sono disgustato da come ha reagito il consiglio di amministrazione della RAI alle proteste del PDL, dopo che Marco Travaglio, nella puntata di sabato scorso di Che tempo che fa, aveva semplicemente detto la verità: cioè che Renato Schifani, neoeletto presidente del senato, ha avuto rapporti con alcuni mafiosi. Così, mentre i dirigenti RAI chiedevano scusa a nome di Travaglio, definendosi "vergognati dal comportamento tenuto dal giornalista", Schifani querelava Travaglio, i media non commentavano in alcun modo l'accaduto, lasciando così il loro principale compito ad altri, tipo Dario Fo che ha detto:"Per la prima volta destra e sinistra sono d'accordo su qualcosa: imporre il silenzio a chi fa satira e denuncia gli illeciti".
Poi, non si può non soffermarci un minuto sulla frase del "cavaliere":"Mangano è un eroe". I media questa frase è come se non l'avessero sentita: qualche commentino que e là, poi basta. Solo su qualche giornale decente, tipo Il venerdì di Repubblica o l'Espresso, ho trovato qualche lettera indignata di qualche cittadino italiano che si chiedeva come fosse possibile che un primo ministro, dopo una frase del genere, non fosse stato cacciato, e qualcuno che gli rispondeva :"Siamo in Italia!!!". Certo è che, se una fatto del genere fosse accaduto in Francia, nel Regno Unito o in Gerrmania, l'autore di tale frase sarebbe stato senza dubbio arrestato e condannato, perlomeno a pgare una salatissima multa.
La cosa che mi da più noia è però un'altra: Travaglio denuncia il passato di Schifani e viene querelato, mentre nessun giornale pubblica articoli sul passato dei nostri politici. Ad esempio, quando il PDL candidò Ciarrapico, esplose la protesta quando disse:"Mi candido con Silvio, ma resto fascista". Ma perché nessun giornale fece notare che l'essere fascista è il male minore di Ciarrapico, visto che è stato condannato solo dio sa quante volte?
Ma la risposta è semplice: perché la politica ormai controlla il sistema di informazione in Italia. Anzi, non lo controlla proprio tutto: internet resta libero. Ma la domanda è: per quanto tempo lo sarà? Già durante il governo Prodi c'è stato un tentativo di assoggettarlo, ce ne saranno altri? Come andrà a finire?
Io purtroppo non sono un veggente e non lo posso dire, ma posso affermare che il cambiamento in Italia deve partire proprio dal Web, con siti, blog, forum e canali su youtube.
Quindi anche'io voglio fare la mia parte e lancio questa proposta, che molto probabilmente resterà inascoltata: tra poco i vertici RAI saranno cambiati, quindi io propongo di dare la presidenza della rete pubblica a Beppe Grillo, Marco Travaglio, Roberto Saviano e Luigi de Magistris. Forse allora verrà ripristinata la libera informazione e arriveremmo ad essere realmente una democrazia dove c'è il diritto di parola che, in un modo o nell'altro, i politici sono sempre riusciti ad assoggettare ai loro interessi.
Vi prego quindi di copiare la parte in rosso del messaggio e di inviarla a tutte le persone che conosci, non per creare un'altra delle tante catene che oggi affollano internet, ma per far capire che i cittadini hanno preso coscienza dei loro diritti violati e adesso vogliono rimpossessarsi della TV.
Grazie,
Francesco.

Poesia per Silvio

Se quella notte, per divin consiglio,
la Donna Rosa, concependo Silvio,
avesse dato ad un uomo di Milano
invece della topa il deretano
l'avrebbe presa in culo quella sera sol Donna Rosa
e non l'Italia intera.

Roberto Benigni

martedì 15 aprile 2008

Come è potuto accadere?

Come è potuto accadere che gli italiani abbiano rieletto Berlusconi, dopo che ci ha ridotti alla fame nel precedente governo, dopo che si è visto come usa il potere, dopo che sono venute a galla tutte le sue inchieste giudiziarie.
Io personalmente non riesco a capacitarmene, non posso credere che ci siano degli italiani così coglioni da rieleggerlo per la terza volta. A questo punto l'Italia è segnata: in pochi mesi l'inflazione salirà alle stelle, Berlusconi toglierà (forse) l'ICI, e compenserà aumentando a dismisura le altre tasse, farà costruire il ponte sullo stretto, regalando miliardi di euro alla mafia, metterà in moto il processo che ci riporterà il nucleare, con tutti i rischi connessi. E naturalmente resteremo ultimi nell'UE. Anzi, sarà un miracolo se non ne saremo cacciati.
Quando ieri sera ho appreso la notizia della vittoria di Berlusconi, mi sono sentito svuotare, mi sono sentito perso. Ma soprattutto ho avuto paura, perché io e i ragazzi della mia generazione in Italia non avremo un futuro. Appena compiuti i 18 anni saremo costretti ad emigrare, perché qui staremo solo a fare i precari dando la nostra fiducia a politici che la usano per pulircisi il culo. Poi ho rivolto un pensiero a Veltroni, e mi sono sentito dispiaciuto per lui. Veltroni, infatti, ha rinunciato alla sua carica di sindaco di Roma per tentare di essere eletto premier, e ne è uscito sconfitto.
Non tutte le speranze sono però perdute. Come ben sapete, il PDL ha un netto vantaggio sul PD grazie al 9% circa guadagnato dalla Lega Nord. Questo significa che Berlusconi dovrà esaudire tutti i desideri del Senateur, mettendo in secondo piano il programma di governo del PDL. Così facendo potrebbe spaccare il suo partito per favorire quello di Bossi. Ma se non lo fa allora sarà Bossi ad abbandonare la maggioranza, lasciando al Berlusca un numero esiguo di senatori necessari per far passare le leggi.
C'è anche un'altra possibilità, anche se è la meno probabile. Berlusconi, avendo già fatto tutte le leggi adpersonam di cui aveva bisogno nel precedente governo, questa volta potrebbe rispettare li impegni presi con gli italiani e mettere in atto il programma di governo del PDL, che però non garantisce la ripresa economica del paese.
In poche parole, superata la delusione per queste elezioni, non ci resta che guardare avanti e sperare che finalmente qualcosa cambi, in un'Italia mafiosa, vecchia e che rifiuta i giovani.

venerdì 11 aprile 2008

Eliot Spitzer in Italia

Come ben sapete il governatore di New York, Eliot Spitzer, si è dimesso perché è finito in uno scandalo a luci rosse. Si è dimostrato coerente, ha fatto intendere che è consapevole di non meritare più la fiducia dei cittadini.
Immaginiamo per un momento che un fatto simile accada in Italia. Un governatore di una regione, che per convenienza chiameremo Mister X, viene beccato ad andare a puttane. Cosa accade? Si dimette come Spitzer? No. Accusa i giornali di essere calugnatori e dice che è tutta propaganda elettorale, che è tutta opera dell'opposizione che lo vuole levare di mezzo per poter prendere il suo posto alla guida della regione. I suoi alleati gli danno pienamente ragione e dicono che porteranno la faccenda in tribunale.
Dall'altra parte l'opposizione tace. Non dice niente, di accusa di solidarietà.
In poche parole non cambierebbe niente. Il governatore continuerebbe a governare e ad andare a puttane, i giornali sarebbero messi a tacere e la politica mafiosa italiana avrebbe vinto un'altra volta, dimostrando anche che i politici non hanno rispetto nei nostri confronti, che se ne fregano dei nostri voti e delle nostre opinioni, che non sono coerenti nei nostri confronti.
Resterebbe la solita vecchia Italia.

Alcuni processi e condanne di Berlusconi

1) Bugie sulla loggia P2 (falsa testimonianza)La corte d'appello di Venezia, nel 1990, dichiara Berlusconi colpevole di aver giurato il falso davanti al Tribunale di Verona a proposito della sua iscrizione alla P2(reato coperto da amnistia nel 1989)

2) Tangenti alla Guardia di Finanza (corruzione)1° grado: condanna a 2 anni e 9 mesi per tutte e 4 le tangenti contestateAppello: prescrizione per 3 tangenti (grazie alle attenuanti generiche), assoluzione con formula dubitativa per la quarta. nella motivazione si legge: "Il giudizio di colpevolezza dell'imputato (Berlusconi) poggia su molteplici elementi indiziari, certi, univoci, precisi e concordanti, per ciò dotati di rilevante forza persuasiva, tali da assumere valenza probatoria"Cassazone: assoluzione.

3) All Iberian 1 (finanziamento illecito ai partiti)1° grado. condanna a 2 anni e 4 mesi per i 21 MILIARDI versati estero su estero, tramite il conto All Iberian, a Bettino Craxiappello: prescrizione, tra le motivazioni della sentenza:"per nessuno degli imputati emerge daglia atti evidenza dell'innocenza"Cassazione: prescrizione confermata, tra le motivazioni della sentenza: "le operazioni societarie e finanziarie prodromiche ai finanziamenti estero sue estero dal conto intestato alla All Iberian al conto di transito nothern Holding (Craxi) furono realizzati in Italia dai vertici del gruppo Fininvest spa, con rilevante concorso di Berlusconi quale proprietario e presidente (...) Non emerge negli atti processuali l'estraneità dell'imputato".

4) All Iberian 2 (falso in bilancio)Processo sospeso in attesa che si conosca se le nuove norme in materia di reati societari approvate dal governo Berlusconi si siano legittime (deciderà l'Alta Corte di giustizia europea e la Corte costituzionale italiana. In pratica Berlusconi si è fatto la legge per scagionarsi, bisogna vedere però se gli alti organi saranno d'accordo...

5) Medusa Cinema (falso in bilancio)1° grado: condanna a 1 anno e 4 mesi (10 MILIARDI di fondi neri che, grazie alla compravendita, vengono accantonati su una serie di libretti al portatore di Silvio Berlusconi)Appello: assoluzione con formula dubitativa. Secondo il collegio Berlusconi è così ricco che potrebbe anche non essersi reso conto di come, nel corso della compravendita, il suo collaboratore Carlo Bernasconi (condannato) gli abbia versato 10 MILIARDI di lire in nero.Cassazione: sentenza d'appello confermata.

6)Terreni di Macherio (appropriazione indebita, frode fiscale, falso in bilancio)1° grado: assoluzione dall'appropriazione indebita e dalla frode fiscale (4, 4 MILIARDI pagati in nero), prescrizione per i falsi in bilancio di due società ai quali "indubbiamente ha concorso Berlusconi"Appello: confermata l'assoluzione dalle prime due accuse. Assoluzione anche per uno dei due reati di falso in bilancio, per il secondo è intervenuta l'amnistia.Cassazone: in corso.

7) Caso Lentini (falso in bilancio)1°grado: reato prescritto per la legge su falso in bilancio (10 MILIARDI versati in nero al Torino Calcio per l'acquisto del giocatore Luigi Lentini)Appello: in corso.

8) Consolidato gruppo Fininvest (falso in bilancio)Il gip Fabio Paparella ha dichiarato prescritti, sulla base della nuova legge sul faso in bilancio, i 1500 MILIARDI (!) di presunti fondi neri accantonati dal gruppo Berlusconi su 64 società off-shore della galassia All Iberian (comparto B della Fininvest).Il pm Francesco Greco ha però presentato ricorso in Cassazione.

9) Lodo Mondadori (corruzione giudiziaria)1° grado: concessione delle attenuanti generiche ("Berlusconi è diventato Presidente del Consiglio"), ma condanna a Cesare PrevitiAppello e Cassazione: prescrizione.

10) Sme-Ariosto (falso in bilancio)Reato stralciato in seguito all'entrata in vigore delle nuove norme sul diritto societario, (Berlusconi avrebbe versato denaro ad alcuni giudici...). Il processo è fermo in attesa che l'Alta Corte di giustizia europea si pronunci, dato che queste nuove norme in vigore potrebbero essere in contrasto con quelle comunitarie. Ma anche in caso di risposta positiva per i giudici, resterà bloccato per il lodo Schifani. Come del resto tutti gli altri procedimenti ancora in corso a carico di Silvio Berlusconi.

11) Diritti televisivi (falso in bilancio e frode fiscale)Indagini preliminari in corso alla Procura di Milano a carico di numerosi manager del gruppo, più il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri e il titolare Silvio Berlusconi, il quale - secondo l'ipotesi accusatoria - avrebbe continuato anche dopo l'ingresso in politica nel '94 ad esercitare di fatto il ruolo di dominus dell'azienda. Oggetto dell'indagine: una serie di operazioni finanziarie di acquisto di diritti cinematografici e televisivi da major americone, con vorticosi passaggi fra una società estera e l'altra del gruppo Berlusconi, con il risultato di far lievitare artificiosamente il prezzo dei beni compravenduti e beneficiare di sconti fiscali previsti dalla legge Tremonti, approvata dal primo governo dello stesso Berlusconi. Il presunto falso in bilancio è valutato intorno ai 180 milioni di Euro (circa 350 MILIARDI)

12) Telecinco (violazione delle leggi antitrusti e frode fiscale in Spagna)Il giudice anticorruzione di Madrid Baltasàr Garzòn Real, dopo aver chiesto nel 2001 al governo italiano di processare Berlusconi o, in alternativa, di privarlo dell'immunità in modo di poterlo giudicare in Spagna, non ha ancora ricevuto risposta. berlusconi in Spagna è accusato - insieme a Marcello dell'Utri (pregiudicato) e altri dirigenti Fininvest - di aver posseduto, grazie a vari prestanomi e operazioni finanziarie illecite, il controllo pressoché totalitario dell'emittente Telecinco, in violazione dell'antitrust spagnola.

13) Mafia (concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco)Indagini archiviate a Palermo su richiesta della Procura per scadenza termini massimi concessi per indagare.

14) Bombe del 1992 e del 1993 (concorso in strage)Le inchieste delle procure di Firenze e Caltanissetta sui presunti "mandanti a volto coperto" delle stragi 1992 (Falcone e Borsellino) e del 1993 (Milano, Firenze, Roma) sono state archiviate per scadenza dei termini d'indagine. A firenze, il 14 novembre 1998, il gip Giuseppe Soresina ha però rilevato come Berlusconi e Dell'Utri abbiano "intrattenuto rapporti non meramente episodici con i soggetti criminali cui è riferibile il programma stragista realizzato". Cioè con il clan corleonese che da 20 anni guida Cosa Nostra, con centinaia di omicidi e una mezza dozzina di stragi. Il gip aggiunge: "Esiste un'obbiettiva convergenza degli interessi pubblici di Cosa Nostra rispetto ad alcune qualificate linee programmatiche della nuova formazione (forza Italia): articolo 41 bis, legislazione sui collaboratori di giustizia, recupero del garantismo processuale..."

Criminali di sinistra

Che i politici siano criminali si sa, ma non sono solo a destra come spesso si crede.
Ecco una lista dei politici di sinistra con precedenti penali:
Benvenuto Romolo: Ex Margherita, condannato in primo grado nel 1999 a 140 mila lire di ammenda per percosse all’ex convivente;
Bubbico Filippo: Ex Ds, rinviato a giudizio e poi assolto in primo grado per abuso d’ufficio; indagato a Catanzaro dal pm Luigi De Magistris per truffa aggravata all’Unione europea; indagato ancora a Catanzaro nell’inchiesta «Toghe lucane» del pm De Magistris con le accuse di associazione per delinquere, abuso e truffa;
Carra Enzo: Ex Dc ed ex Margherita, condannato in via definitiva a 1 anno e 4 mesi per false dichiarazioni al pubblico ministero;
Castagnetti Pierluigi: Ex Dc ed ex Margherita, ha una prescrizione per corruzione;
Cocilovo Luigi: Ex Dc ed ex Margherita, rinviato a giudizio a Palermo per corruzione;
Crisafulli Vladimiro: Ex Ds, ha visto finire in archivio l’indagine a suo carico per concorso esterno in associazione mafiosa;
Cusumano Stefano:fu arrestato a Catania per concorso esterno in associazione mafiosa e turbativa d’asta nell’indagine sugli appalti truccatiassolto dall’accusa di mafia, mentre la turbativa d’asta è caduta in prescrizione;
D’Alema Massimo:salvato per prescrizione del reato (accertato) di finanziamento illecitoun’archiviazione a Reggio Emilia per i presunti fondi neri incamerati dal Pci-Pds;
De Filippo Vito: Ex Margherita, indagato e arrestato nel 2002 nell’inchiesta del pm Woodcock, che chiedeva di condannarlo a 1 anno e 6 mesi per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbativa d’asta indagato nel 2004, sempre a Potenza, per associazione a delinquere di stampo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, corruzione e turbativa d’asta per presunti rapporti con esponenti della cosche della ’ndranghetae poi archiviatorinviato a giudizio e assolto dall’accusa di abuso d’ufficioun’indagine sulle pressioni politiche per alcune nomine ai vertici delle aziende ospedaliere lucane;
Laganà Fortugno Maria Grazia: Ex Margherita, la vedova di Franco Fortugno, indagata in una delle inchieste della Procura di Reggio Calabria sulla malasanità nell’ospedale di Locri, Ipotesi di reato: truffa ai danni dello Stato, per presunte forniture sanitarie irregolari;
Latorre Nicola indagato a Potenza per favoreggiamento, poi ha visto la sua posizione finire in archivio;
Lolli Giovanni: Ex Ds, è imputato in udienza preliminare a Bari per favoreggiamento nell’inchiesta sui presunti abusi della Missione Arcobaleno;
Lusetti Renzo:condannato dalla Corte dei conti a risarcire il Comune di Roma oltre 2 miliardi di lire per consulenze ingiustificate;
Margiotta Salvatore:indagato a Potenza per falso ideologico e a Catanzaro, secondo l’Ansa, per abuso d’ufficio;
Papania Antonio: Ex Margherita, il 24 gennaio 2002 ha patteggiato davanti al gip di Palermo una pena di 2 mesi e 20 giorni di reclusione per abuso d’ufficio;
Rigoni Andrea: Ex Margherita, è stato condannato a 8 mesi di reclusione in primo grado per un abuso edilizio In appello, poi, si è salvato grazie alla prescrizione del reato;
Vitrano Gaspare: Ex Margherita, è stato condannato dalla Corte d’appello di Palermo a 9 mesi di reclusione per falso in atto pubblico e imputato in Tribunale per abuso d’ufficio;
Caruso Francesco (Prc): Alcune condanne, arresti e processi per manifestazioni, «espropri proletari» e altre iniziative «antagoniste»;
Farina Daniele (Prc): Più volte arrestato e fermato per reati legati alla sua attività politica nel Leoncavallo nel 1989, è condannato a 1 anno e 6 mesi per fabbricazione, detenzione e porto abusivo di ordigni esplosivi, resistenza a pubblico ufficiale in osservanza degli ordini dell’autorità, cioè delle ordinanze di Marco Formentini.
Pecoraro Scanio Alfonso (Verdi): Ministro dell’Ambiente e leader dei Verdi, è indagato per associazione per delinquere e corruzione.
Questo non significa che i politici di destra siano dei santi, anzi, ma è per far capire che le pecore nere ci sono sia a destra.

Brogli elettorali 2

Da alcune conversazioni si delinea il meccanismo del broglio messo in piedi da un’affarista e uomo politico. Pagare una serie di persone - probabilmente addetti ai lavori - per chiudere un occhio e non vedere che «abili manine» sbarravano con una croce le schede non votate. Il simbolo, ovviamente, era quello dell carissimo amico, l’uomo politico siciliano. Si tratta di quelle schede che in gergo si chiamano le schede di ritorno, non recapitate all’elettore e da rimandare (bianche e intonse, ovviamente) al mittente. Il lettore addentro ai complicati meccanismi elettorali ricorderà che alle scorse elezioni le polemiche si incentrarono proprio su questo tipo di schede. Tantissime nelle varie circoscrizioni estere, oltre 10mila - segnalò un servizio del Tg della Tv svizzera italiana - erano in circolazione e destinate al «miglior offerente».
Costo dell’operazione, secondo le indiscrezioni trapelate, 200mila euro: 400 milioni delle vecchie lire per truccare il voto degli italiani all’estero.almeno 50mila, all’estero e nelle zone d’Italia che controlla. Un vero e proprio attacco alla libertà dei cittadini, un condizionamento del voto tanto forte da far tremare la democrazia. Chi è l’uomo politico che ha trattato con quell’affarista ritenuto punto di riferimento dei clan calabresi e non solo? A quale schieramento appartiene? A che punto è la trattativa? Sono domande alle quali è vitale dare una risposta prima del voto. Quello che è certo è che, ancora una volta, il voto degli italiani all’estero è segnato dal caos più totale.

Brogli elettorali

La ‘ndrangheta ha ricevuto da un partito la richiesta di «mettere mano» al voto degli italiani all’estero. Quei voti, per capirci, che alle scorse elezioni politiche fecero pendere la bilancia del risultato a favore dell’Unione di Prodi. Si parla anche di soldi investiti, una cifra ragguardevole, 200mila euro. L’inchiesta della Dda reggina era partita per approfondire gli affari a livello internazionale della cosca Piromalli, egemone nella Piana di Gioia Tauro ed una delle più potenti dell’intera Calabria. Il Gotha della mafia calabrese.
I Piromalli hanno consistenti interessi all’estero, soprattutto in America Latina nel redditizio settore del traffico della droga. Nel corso di una lunga attività di intercettazione telefonica, che aveva lo scopo di individuare i canali del riciclaggio delle «famiglie» mafiose, investigatori e magistrati si sono imbattuti in alcune conversazioni nelle quali si parla di elezioni. Un uomo d’affari siciliano da tempo stabilitosi in Venezuela parla con un parlamentare anch’egli siciliano nuovamente candidato alla Camera per il suo partito. Si tratta di un «pezzo da novanta», un uomo importante del suo schieramento politico. Oggetto del colloquio la mobilitazione dei consoli onorari. Il loro compito quello di aiutare il partito a controllare il voto.
Da alcune conversazioni si delinea anche il meccanismo del broglio messo in piedi dall’affarista e dall’uomo politico. Pagare una serie di persone - probabilmente addetti ai lavori - per chiudere un occhio e non vedere che «abili manine» sbarravano con una croce le schede non votate. Il simbolo, ovviamente, era quello dell carissimo amico, l’uomo politico siciliano. Si tratta di quelle schede che in gergo si chiamano le schede di ritorno, non recapitate all’elettore e da rimandare (bianche e intonse, ovviamente) al mittente. Il lettore addentro ai complicati meccanismi elettorali ricorderà che alle scorse elezioni le polemiche si incentrarono proprio su questo tipo di schede. Tantissime nelle varie circoscrizioni estere, oltre 10mila - segnalò un servizio del Tg della Tv svizzera italiana - erano in circolazione e destinate al «miglior offerente». Costo dell’operazione, secondo le indiscrezioni trapelate, 200mila euro: 400 milioni delle vecchie lire per truccare il voto degli italiani.
Notizie allarmanti, al punto da indurre il procuratore reggente della Procura di Reggio Calabria, Francesco Scuderi e il sostituto Roberto Di Palma, a volare a Roma pochi giorni fa per informare il governo. La procura antimafia della Città dello Stretto non sottovaluta questi fatti appresi quasi per caso. «La caratura dei personaggi in campo - commentano ambienti investigativi - è tale da destare serie preoccupazioni sulla limpidezza del voto». I Piromalli rappresentano uno dei più antichi «casati» di ‘ndrangheta, una cosca ancora potente in Calabria nonostante gli arresti di alcuni capi. E sarebbero proprio le condizioni di detenzione di alcuni affiliati, e soprattutto i processi ancora in corso, uno degli argomenti messi sul piatto per convincere i Piromalli a trasformarsi in galoppini elettorali. Un film già visto quando alla mafia si prometteva di «ammorbidire» il 41 bis (il regime di carcere duro per i boss) e di «aggiustare» i processi.
Le notizie trapelate parlano di una massa di voti che la ‘ndrnangheta è in grado di mettere a disposizione: almeno 50mila, all’estero e nelle zone d’Italia che controlla. Un vero e proprio attacco alla libertà dei cittadini, un condizionamento del voto tanto forte da far tremare la democrazia. Chi è l’uomo politico che ha trattato con quell’affarista ritenuto punto di riferimento dei clan calabresi e non solo? A quale schieramento appartiene? A che punto è la trattativa?
Può anche essere che quest'uomo sia Berlusconi stesso: non si sa chi è però dev'essere uno ricco e potente legato alle associazioni a delinquere.Non lasciate schede in bianche al limite se non volete votare non ci andate oppure fate uno scarabocchio sopra perchè se verranno eletti onorevoli legati alla mafia saremo tutti nei guai.

martedì 25 marzo 2008

Questi sono alcuni dei reati compiuti dal mafioso berlusconi, la gran parte di questi reati sono restati impuniti grazie alle leggi che si è fatto per non finire in galera

Falsi Imbilanci

* Lodo Mondadori, corruzione giudiziaria (attenuanti generiche, sentenza definitiva)
* Caso All Iberian 1, 23 miliardi di lire in tangenti a Craxi (attenuanti generiche e nuova legge intervenuta, sentenza definitiva)
* Caso Lentini, falso in bilancio (attenuanti generiche e nuova legge intervenuta, sentenza definitiva)

Reati estinti per intervenuta amnistia

* Falsa testimonianza P2
* Terreni Macherio, imputazione per uno dei due falsi in bilancio

Sentenze di assoluzione

* Caso All Iberian 2 (falso in bilancio, sentenza di I grado)
* Sme-Ariosto 1 - imputazione su vendita Iri, corruzione giudiziaria (sentenza di I grado)
* 4 Tangenti alla guardia di finanza (assolto per non aver commesso il fatto, sentenza definitiva)
* Medusa cinematografica, falso in bilancio (assolto in quanto per la sua ricchezza potrebbe non essersene accorto, sentenza definitiva)
* Sme-Ariosto 2, falso in bilancio (stralciato in base alla nuova legge sul falso in bilancio)
* Sme-Ariosto 1 - corruzione in atti giudiziari per due versamenti a Renato Squillante (assoluzione per non aver commesso il fatto e perché il fatto non sussiste, sentenza definitiva)
* Terreni Macherio, imputazione per appropriazione indebita, frode fiscale, e uno dei due falsi in bilancio (sentenza definitiva)

Procedimenti archiviati

* Bilanci Fininvest, falso in bilancio e appropriazione indebita (prescritto a causa della nuova legge sul falso in bilancio)
* Consolidato Fininvest, falso in bilancio (prescritto in base alla nuova legge sul falso in bilancio varata dal governo Berlusconi)
* spartizione pubblicitaria Rai-Fininvest
* traffico di droga
* tangenti fiscali Pay-tv
* Stragi 92-93, concorso in strage
* Concorso esterno in associazione mafiosa assieme a Marcello Dell'Utri, riciclaggio di denaro sporco

Procedimenti in corso

* Diritti televisivi, falso in bilancio, frode fiscale, appropriazione indebita (indagini in corso)
* Tangenti a David Mills, corruzione giudiziaria (rinviato a giudizio)
* Corruzione per aver raccomandato attrici in RAI (richiesto rinvio a giudizio)

e molto ancora.....

lunedì 24 marzo 2008

Il caso Alitalia

Alitalia la compagnia di Bandiera è in crisi. Ad oggi è costata all'Italia quasi 1300 miliardi di euro ma l'averla ripetutamente foraggiata con i nostri soldi non è riuscito ad evitarle il rischio fallimento. Prima di portare i libri contabili in tribunale, si è tentata la mossa della vendita e tra i vari pretendenti. Il consiglio di amministrazione ha ritenuta più solida e migliore la proposta Air France...questo accadeva quasi un anno e mezzo fa. Dopo di che sindacati, lavoratori e politici si sono messi in mezzo per rimandare o far fallire l'accordo, con il risultato che oggi le azioni Alitalia si sono ulteriormente deprezzate e chiunque la compri la pagherà ancora meno. Questa storia ha comunque molti ante-fatti. Vediamone alcuni:
nel lontano 2006 Il premier Silvio Berlusconi disse:
"...non immagino chi possa essere interessato a questa Alitalia..."
Peccato che per cinque anni abbia causato più danni che nel decennio precedente...
Ricordo che sino al 1999 i bilanci della compagnia di bandiera erano positivi e che i due anni peggiori per l'Alitalia sono stati il 2001 e il 2004 quando al tesoro non c'erano Prodi o Padoa Schioppa.
E chi erano i presidenti Alitalia nel glorioso quinquennio Berlusconiano?
Nel 2004 viene nominato (dal governo di centro destra) alla presidenza Giancarlo Cimoli che aveva appena lasciato con infamia l'incarico di presidente delle FS (con un buonuscita di 6 milioni di euro e risultati disastrosi per le ferrovie dello stato). Prima di lui era presidente Alitalia il leghista di ferro Giuseppe Bonomi (già presidente della SEa, la società di gestione dell'aeroporto milanese Malpensa, considerata la vera causa del disastro dello scalo che perde 200 milioni di euro all'anno ma può permettersi di foraggiare il comune di Milano con dividendi pari a 180 milioni). Adesso, dopo aver lasciato Alitalia, è nuovamente alla guida della SEA...
Infine faccio notare che, per quanto in crisi , nel 2005 la nostra cara Alitalia ha rilevato Volare, una compagnia ancora più disastrata.
La morale sembra essere: più danni fai e più ti premiamo, alla faccia della tanto esaltata meritocrazia di destra... E adesso Berlusconi sotto elezioni si inventa una fantomatica cordata di imprenditori che potrebbero salvarla...

domenica 23 marzo 2008

Mancano 21 giorni alle elezioni. Come ho scritto nel precedente post, a mio parere l'unico politico degno della fiducia degli italiani è Di Pietro. Ma non è di questo argomento che voglio parlare adesso.
Oggi vi parlerò di come potrete scegliere il partito da votare.
Prima di tutto, dovete fare una riflessione: in questi ultimi 15 anni Berlusconi è stato eletto già due volte, combinando sempre tanti casini. Ma anche la sinistra ha le sue responsabilità, non vi credete. Comunque ora non ve le sto ad elencare, altrimenti non finiremo più. Sta di fatto che, tra elezioni anticipate e governi tecnici, siamo arrivati ad una situazione da terzo mondo: la nostra repubblica viene paragonata a quelle dell'America del Sud, molti italiani stentano ad arrivare a fine mese, ma nonostante questo, i politici si permettono di aumentarsi lo stipendio di 1300 euro al mese. Inoltre, anche se la costituzione dice che l'Italia è uno stato laico e che ogni finanziamento statale alla chiesa o a privati è un reato, in tutte le finanziarie troviamo ingenti finanziamenti ad entrambi, per non parlare della forte ingerenza della chiesa negli affari interni dello stato italiano.
Abbiamo poi molte questioni legali irrisolte, come per esempio il conflitto di interessi e la vecchia questione delle leggi ad personam fatte dal governo Berlusconi.
Se poi si guarda all'economia italiana la situazione pare senza uscita: all'inizio del 2007 il governo era sicuro di riuscire ad ottenere un PIL molto vicino al 2%, mentre oggi esso stenta ad arrivare allo 0,6%. Inoltre è stato stimato che nel 2007 la produzione industriale si è abbassata del 20%.

è quindi necessario che il 13 e il 14 aprile, si voti utilizzando il cervello: gli italiani, infatti, non saranno chiamati a scegliere soltanto tra un criminale, Berlusconi, o un politico che ha reso Roma la città dello spettacolo e del divertimento, ma che non si è preoccupato delle zone malandate, del traffico, della sicurezza e dell'inquinamento. Mi riferisco a Veltroni.
No, non ci saranno soltanto loro due. Ci saranno anche Storace e Casini, che io non voterò mai, ma che vanno apprezzati per il loro coraggio nel difendere le loro radici, distaccandosi dal PdL, sapendo benissimo che tale gesto potrebbe compromettere la presenza di loro rappresentanti al Parlamento. Ci sarà Bertinotti, ci sarà Boselli e naturalmente Di Pietro. É vero che i voti di quest’ultimo andranno al PD, ma più rappresentanti avrà l'Italia dei Valori, maggiori saranno le probabilità che il Parlamento agisca nella legalità e che avvenga quel cambiamento di cui abbiamo bisogno per uscire da questa fase buia in cui ci troviamo da 15 lunghi anni e che ci ha portati ad essere il fanalino di cosa dell'UE.
Quindi, quando andrete a votare, considerate bene i programmi dei candidati, tutto il programma, e non soltanto la parte economica, dove ci viene promesso l'abbassamento, se non addirittura la totale scomparsa delle tasse, che non avverrà mai!!!!! Pensate anche al passato dei candidati e il loro precedente lavoro in politica.
E speriamo che almeno stavolta venga fuori un governo decente che ci riporti al nostro "antico splendore".

sabato 22 marzo 2008

Vi chiederete perché se io ho definito il mio blog "uno strumento per criticare la politica e i politici", ho messo il banner dell'Italia dei Valori. La risposta è molto semplice: Di Pietro è un caso a parte, non va considerato come un politico, ma come un uomo tra gli animali, come l'ultimo difensore dei diritti degli italiani: è lui il magistrato che condusse l'inchiesta giudiziaria "Mani Pulite", che permise di smascherare i finanziamenti illegali ai partiti durante la prima repubblica, ed è lui che per primo nel governo Prodi si è impegnato per ridurre costi e privilegi della politica. Infine, è lui che si è preoccupato di inserire nel suo programma elettorale la reintroduzione del reato per il falso in bilancio e l'eliminazione del conflitto di interessi di ogni tipo e ad ogni livello
Insomma Di Pietro è un politico fuori casta, l'ultimo degno della fiducia degli italiani. Perché state pur certi che egli difenderà sempre i diritti dei cittadini, qualunque sia il prezzo da pagare.

I numeri dell'Italia 2

Ai parlamentari in pensione viene riconosciuta la rivalutazione automatica legata all’indennità dei parlamentari ancora in servizio, mentre a tutti gli altri pensionati no?
Perché a questi ultimi l’unico adeguamento riconosciuto è quello legato all’inflazione programmata anziché a quella reale per cui, così facendo, il loro potere d’acquisto diminuisce di anno in anno impoverendoli sempre di più?
Si acquisisce il diritto alla pensione "POLITICA" con una legislatura o metà di essa (30 mesi) completando il versamento dei contributi fino a 5 anni. L’età pensionabile è apparentemente di 65 anni ma, a seconda dei contributi versati, si scende rapidamente a 60 anni arrivando persino, per chi è diventato deputato prima del 1996, a percepire la pensione anche con meno di 50 anni di età a seconda degli anni di attività parlamentare. Per i senatori va ancora meglio in quanto questa possibilità è riservata anche agli eletti prima del 2001. Tali pensioni vanno da 3.108 euro al mese, con 5 anni di contributi, a circa 10.000 euro al mese, con 30 anni di contributi, con rivalutazione automatica legata all’indennità dei parlamentari ancora in servizio. Queste pensioni sono cumulabili con tutte le altre fonti di reddito, per cui vanno aggiunte eventuali altre pensioni derivanti da altri incarichi od altri stipendi che normalmente accompagnano la vita dei politici.

Quanto costa tutto questo ai bilanci di Montecitorio e Palazzo Madama, cioè sempre a "NOI"?
L'Espresso fa l'esempio di un deputato cessato dal mandato nell'aprile 2006 ed eletto per la prima volta nel '94. Il suo mandato effettivo è di 12 anni, in quanto la XII legislatura si chiuse anticipatamente dopo appena due anni ('94/'96). Ma sommando i contributi versati per riscattare i 3 anni mancanti (36.000 euro) a quelli regolarmente pagati durante il mandato (128.000 euro), l'onorevole neopensionato avrà versato alla fine complessivamente circa 164.000 euro per 15 anni di contribuzione. Questo "SACRIFICIO" gli consente di incassare oggi un assegno mensile di 6.590 euro lordi. Con quali altri vantaggi? Nell'ipotesi che abbia oggi 57 anni e che viva fino a 87, questo deputato incasserà alla fine 2.372.000 euro a fronte dei 164.000 versati. Un meccanismo che costerà alla Camera ben 2.200.000 mila euro. Questo per un solo deputato. Quanto ai costi complessivi, Montecitorio (dati 2006) ha in carico 2.005 pensionati (reversibilità comprese), che costano 127.000.000 di euro a fronte dei 9.400.000 mila di entrate relative ai contributi versati dai deputati in carica. Altrettanto critica è la situazione al Senato che con le sue 1.297 pensioni spende ogni anno quasi 60.000.000 a fronte dei 4.800.000 dei versamenti dei senatori in servizio. Un'autentica voragine che nel 2006 avrà prodotto un "BUCO NERO" stimato in 174.000.000 di euro. Anche questi a carico di tutti "NOI", cittadini contribuenti.

Secondo voi va bene questo?

L'Italia è il Paese in cui un invalido percepisce una miseria l’anno (in media 350 euro mensili) e ti è vietato fare un lavoro in regola (pena la sospensione della pensione d’invalidità).
Ma è anche il Paese dove ci sono i parlamentari che non si adeguano, creando leggi ad hoc per la loro "CASTA" oligarchica, travestita da democrazia. Infatti in più di un’occasione il Parlamento si è dimostrato in pratica una nazione a sé in ambito legislativo.
Il dato è ormai assodato da tempo: dai lauti indennizzi e buste paga fino al più recente scandalo delle "COPPIE DI FATTO", che vedeva una legge analoga già vigente a tutti gli effetti, ma valida solo per i parlamentari.
Ogni parlamentare poi, grazie a leggi da loro volute ed emanate, gode di un vitalizio che va dai 3 mila euro mensili - cumulabili con appena 5 anni di mandato - ai 10 mila, in caso di presenza nelle aule di Montecitorio per oltre 30 anni, il tutto calcolato in maniera percentuale. Non soddisfatti di tale lauta buona uscita, un ulteriore articolo prevede che tali mensilità possono continuare ad essere erogate anche qualora il parlamentare in questione decida di svolgere un altro lavoro.
E questa possibilità ha risvolti infiniti: il settimanale L’Espresso ha contato 3.302 ("TREMILATRECENTODUE") signori e signore, tra ex parlamentari, deputati e senatori, beneficiari di questa pensione. Molti di loro hanno pertanto un doppio reddito e bastano meno di 3 anni spesi (anzi meglio dire "GUADAGNATI", e con gli interessi) a Palazzo Madama per incassare una pensione vitalizia di 3.108 euro lordi al mese.
E sapete quanto costa tutto questo "OGNI ANNO" per le tasche dei contribuenti?
Ben 127.000.000 di euro per i pensionati uscenti da Montecitorio, a cui si vanno a sommare i 60.000.000 di euro dei pensionati ex-parlamentari...

da "carminedursi" su yahoo answer.

Questa domanda l'ho trovata qualche giorno fa curiosando su yahoo answer.
A mio parere è una vergogna che in Italia, un paese del primo mondo e membro dell'UE, dei politici arrivino a guadagnare 10 000 euro, mentre molti operai stentano ad arrivare a fine mese.
A mio parere bisogna standardizzare gli stipendi dei politici a 2 000 euro e privarli di tutti i privilegi che hanno (vedi "I numeri dell'Italia"). Inoltre bisogna ridurre le loro penzioni a 1 500 euro al mese.
Con i soldi che si risparmierebbero, si potrebbero aumentare gli stipendi e gli aiuti ai cittadini.

giovedì 20 marzo 2008

Elezioni

Il 13 e 14 aprile si vota per dare un timone stabile a questa nave in balia delle onde che è l'Italia...
Chi voterete? Per quanto mi riguarda il discorso è si fatto: se non cambiano i leader credo proprio che lascerò la scheda in bianco! In questo paese DEVE cambiare il sistema elettorale!!! Noi cittadini dobbiamo essere LIBERI di votare!!! Con il sistema che c'è oggi non lo siamo affatto!!!
Sono d'accordo con chi suggerisce di ASTENERSI perchè sarebbe davvero un segnale chiaro e deciso da mandare alla nostra cara classe politica! Spero che siano in grado almeno di rendersi conto di quanto ci siamo scocciati noi italiani di avere tra i piedi gente che non vale, che ci deruba! Io sono il primo ad essere d'accordo con l'imposizione delle tasse perchè cmq noi viviamo in una società e in qualche modo dobbiamo pur collaborare per mantenerla sana e pulita, ma le tasse in Italia non si pagano con piacere e con l'idea di voler migliorare le cose perchè a noi cittadini non viene riconosciuto NULLA!!!

mercoledì 19 marzo 2008

Che vergogna!!!!!

Prima o poi sarebbe dovuto succedere, i toni della campagna elettorale si alzano e si fanno più aspri e ancora una volta si è arrivati all’attacco personale.
Fini attacca Veltroni, lamentando la sua indennità da europarlamentare di circa 5000€, si “indigna”, chiedendosi “quale pensionato di 52 anni in Italia guadagni tanto”.
Grande Fini, complimenti!
Da Italiano sono contento che Lei mi abbia fatto scoprire un mistero tanto incredibile, sono allibito ed a bocca aperta...
Ma per piacere.. quale politico può dichiarare di guadagnare di meno?
Primo: bisogna ricordare che l'indennità di 5000€ della quale si parla è rilasciata dalla comunità europea, poiché derivante dall’incarico di due anni coperto da Veltroni come europarlamentare.
Che c’entrano dunque i conti italiani?
Secondo: i costi della politica sono ben altri caro Fini.. a cominciare dalla sua retribuzione mensile che supera di più del doppio la somma dello stipendio da Sindaco di Veltroni più l'indennità della quale si parla.
Terzo: l’indennità, se prevista per legge, non può essere rifiutata, come d’altra parte non ci si può rifiutare di pagare le tasse. Veltroni dichiara inoltre di aver devoluto tale indennità ad enti benefici e di averne le prove: direi che a questo punto è lodevole il fatto che Veltroni, nonostante il gesto umanitario, non abbia urlato ai quattro venti ciò che ha fatto, solo per far colpo nel tenero cuore italiano. Queste cose si fanno in silenzio.
Quarto: se veramente vuoi fare il politico serio, non attaccare le singole persone, ma attacca il sistema caro Fini, promettendo che, una volta al governo, abbasserai gli stipendi dei politici: è così semplice! Con una opportuna legge, nessuno avrà più una pensione di questo calibro (ah.. dimenticavo.. neanche tu però!).
Ancora una volta non voglio contestare l’intervento di Fini in sé, in quanto questo può essere considerato legittimo o meno.
Mi spiace solo che il potere della smentita è nettamente minore di quello della notizia scandalistica e ormai, per il lettore disattento, Veltroni è il “ladro”, Fini il “salvatore degli Italiani truffati”.
PS.
Non erano per caso i tuoi cari amici del Popolo delle Libertà che hanno respinto la proposta del sindaco di Milano Letizia Moratti di abbassarsi il suo stipendio del 35%?
Non sarà forse perché assessori e consiglieri comunali non possono guadagnare più di una frazione dello stipendio del sindaco (1/2 per gli assessori, 1/3 per i consiglieri)?
“Cara Moratti.. se ti abbassi lo stipendio del 35% io a casa mi porto di meno a fine mese... pensaci bene...”. E lei ci ha pensato bene..
Ipocrisie italiane.

Salviamo Alitalia!!!

Stiamo per vendere a 138,5 milioni di euro Alitalia ai mangiarane!!! in + i francesi vogliono:
- ritiro del ricorso + che legittimo della Sea
- chiusura del hub di Malpensa
- fine della divisione cargo
- 2000 (dichiarati ma saranno almeno il doppio) esuberi a carico dello stato
Senza contare gli almeno 5000/6000 esuberi di società legate ad alitalia nei servizi (i mangiarane userebbero le loro ...)!
é vero i francesi pagherebbero i debiti obbligazinari di Aliatalia! Circa 800 milioni di debiti! Ma la perdita dei crediti non è un rischio finanziario?? Mi spiace per azionisti e obbligazionisti ma la perdita è parte del rischio della Borsa e della finanza!! Alitalia ha una flotta di 178 aereomobili e diritti di slot in decine di aereoporti! Il suo solo valore reale è superiore all'offerta francese! Non sarebbe meglio fallire e vendere aerei e slot all'incarto ad una nuova società possibilmente italiana?? Così si ripartirebbe da zero senza gli 800 milioni di debiti!
Poi con qualche taglio di personale mirato e una gestione menageriale dell'azienda si potrebbe provare il rilancio!! A chi mi parlerà di "Europa" vorrei solo ricordare le vicende Suez e Lactalis! Se c'è uno stato che non ha spirito europeo è la Francia! Finche è lei ad acquistare all'estero va bene ma se provate ad acquistare un azienda francese vi tagliano le mani!!
Quindi l''affarone"si fa perchè il governo che deve tutelare qualche interesse corporativo più importante del bene degli italiani? o perchè sono dei folli?

5216,oo Euro di PENSIONE al Mese!!!

Ho letto oggi su uno dei tanti quotidiani "foraggiati" dalle nostre tasche che: il signor veltroni di anni 52 percepisce una pensione da parlamentare, oltre lo stipendio e tutto quel che segue. La penseone modestissima da lui percepita è di Eur 5216,oo. E pensare che veltroni , non fa altro che ripetere che lui è giovane mentre il suo avversario (berlusconi) è vecchio. Se così stanno le cose non Vi sembra che ci sta prendendo in giro, se poi aggiungiamo che parlano sempre di riforme e di allungamento dell'età pensionabile, bè allora si aggiunge anche la beffa. Stando così le cose: io del signor valter: Non mi fido!

I numeri dell'Italia

Sull'Espresso di qualche settimana fa c'era un articoletto che spiega che recentemente il Parlamento ha votato all'UNANIMITA' e senza astenuti (ma và?!) un aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa 1.135,00 al mese.

Inoltre la mozione è stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali.


STIPENDIO Euro 19.150,00 AL MESE

STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese

PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare)

RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00 al mese

INDENNITA' DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00)

TUTTI ESENTASSE
+

TELEFONO CELLULARE gratis

TESSERA DEL CINEMA gratis

TESSERA TEATRO gratis

TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis

FRANCOBOLLI gratis

VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis

CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis

PISCINE E PALESTRE gratis

FS gratis

AEREO DI STATO gratis

AMBASCIATE gratis

CLINICHE gratis

ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis

ASSICURAZIONE MORTE gratis

AUTO BLU CON AUTISTA gratis

RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000,00). Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di contributi (per ora!!!)

Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera. (Es: la sig.ra Pivetti ha a disposizione e gratis un ufficio, una segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio)

La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO.

La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO !!

Far circolare.......si sta promovendo un referendum per l' abolizione dei privilegi di tutti i parlamentari............ queste informazioni possono essere lette solo attraverso Internet in quanto quasi tutti i massmedia rifiutano di portarle a conoscenza degli italiani......

QUESTA NON E' LA SOLITA CATENA..NESSUNO DICE CHE SE NON LA INVII AVRAI 50 ANNI DI SFIGA...QUI SI PARLA DEI NOSTRI SOLDI E DELLA NOSTRA DIGNITA'...
FATELA GIRARE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Liste elettorali

Le liste elettorali sono come un uovo di Pasqua trasparente. Non c’è nessuna sorpresa. Dell’Utri, Cuffaro, Carra, Crisafulli sono già stati eletti, insieme a tutti gli altri. Diventeranno nostri dipendenti a 25.000 euro al mese anche Fassino (per la quarta volta), sua moglie (per la quinta volta), D’Alema, gli avvocati e la segretaria dello psiconano. La Camera e il Senato sono al completo. Sold out.
Il Parlamento è la nuova casa chiusa degli italiani. La porcata elettorale Calderoli/psiconano del 2006 ha istituito le liste chiuse. Le liste Merlin. Ha tolto ai cittadini la possibilità di scegliere il proprio candidato. Deputati e senatori vengono raccolti dalle strade d’Italia dai segretari di partito. Le figure politiche ormai si scelgono tra i papponi e i magnaccia.

martedì 4 marzo 2008

Veltroni: il bue che da del cornuto all'asino!!!!!

Veltroni, all'inizio della campagna elettorale, voleva presentare il PD ed i suoi membri, come l'unica vera novità di rilievo nel teatrino della politica italiana. Nella sua mente, bisognava far apparire il leader del PdL, Silvio Berlusconi, come vecchio, in quanto nella politica da troppo tempo e uomo di una certa età. Strano, perchè Veltroni fa politica da molto più tempo di Berlusconi!!! Infatti Veltroni divenne per la prima volta consigliere comunale nel lontano 1976, ben 32 anni fa!!!
Berlusconi invece scese in prima persona nell'arena politica nel 1993, in seguito al vuoto politico che si era formato dopo lo scandalo di Tangentopoli, "solamente" 15 anni fa.
Ma non solo. L'idea di Veltroni non è sua. Infatti il leader del PD ha ricalcato il pensiero di Obama di far apparire la Clinton come la vecchia politica e se stesso come il nuovo e l'innovatore.
Ma c'è una differenza sostanziale tra Veltroni ed Obama. Quest'ultimo infatti è un uomo di 47 anni che è stato eletto per la prima volta al Senato federale nel 2004. Veltroni, invece, è un uomo di 53 anni che, come ho già detto prima, ha iniziato ha fare politica nel 1976.

Video

Vi propongo qui di seguito un documentario diviso in 5 capitoli, in cui si parla della democrazia italiana e di come è vista la nostra situazione all'estero.








Blu, un altra compagnia fallita in cui Berlusconi ha fatto la sua parte!!!!!

Blu, il futuro che non c’è più

Telefonia telefonia: ma come mai Berlusconi
è uscito dall'affare prima del diluvio?


Quella di Blu è una grande storia piena di ingredienti. Ce n’è per tutti i gusti, per tutti i palati. Politica e lavoro, finanza e potere, tecnologia e new economy, previsioni di futuro e nuovi stili di vita, giovani manager e brontosauri della Prima Repubblica, etere e onde, cavi e antenne, bilanci di Stato da far quadrare e conti delle imprese da far guadagnare, gare e ricorsi, alleanze e tradimenti. E poi spot da premio, spermatozoi, bambini, vecchi marpioni, conÅitti d’interessi, scambi sotterranei, nuovi precari e nuovissimi modi di fare lotta sindacale...
Da dove partiamo? Ma dal nome, naturalmente: Blu. Il merito di averlo trovato se l’è assunto un brontosauro, Francesco Cossiga. E per questo ha litigato perfino con un altro esemplare della specie, Giancarlo Elia Valori. Era la vigilia dell’anno 2000 e un gruppo di imprese aveva varato una nuova compagnia telefonica. Finito il monopolio di Telecom – ultima mutazione genetica della Stipel, l’azienda dei telefoni di Stato – si era aperta la corsa a occupare il mercato. Erano nate nuove imprese come Omnitel, germinata da una costola della Olivetti, che si era tuffata a capofitto (con buoni risultati e ottimi profitti) nel business dei telefonini, diventati in breve tempo una delle più grandi passioni degli italiani. Il settore telecomunicazione tira. Un poker d’assi dell’impresa decide allora di buttarsi: Gilberto Benetton, quello dei golfini, di Edizioni Holding e di Autostrade; Francesco Caltagirone, quello di Azzurra e del Messaggero; Silvio Berlusconi, che non ha bisogno di presentazioni; e un partner straniero di tutto rispetto, British Telecom. I quattro (con in più Bnl, Italgas e Distacom) mettono su una compagnia con due obiettivi: entrare subito nel mercato dei telefonini Gsm, ma soprattutto concorrere alla gara per le licenze dei telefonini di domani, quelli a tecnologia Umts.

La compagnia prende un nome breve, fulminante
: Blu. Presidente: Giancarlo Elia Valori, l’unico satrapo di Stato che sia riuscito come niente fosse a passare dall’era dei boiardi a quella delle privatizzazioni e della new economy, restando presidente di Autostrade anche quando queste sono passate dallo Stato ai Benetton. Ma quando Valori, nella primavera del 2000, presenta ufficialmente al pubblico la società e il nuovo marchio, si dimentica d’invitare Cossiga, che pure dice di aver avuto l’idea di quel nome. L’ex presidente della Repubblica si scatena: battute al veleno, come solo lui sa fare, su Blu, sui suoi servizi, sulla sua campagna pubblicitaria-choc che ha coinvolto come attori un’allegra brigata di spermatozoi visti al microscopio. Forse Cossiga, come la fata Malefica non invitata al battesimo della Bella Addormentata, avrà nascosto da qualche parte un fuso incantato. Eppure i due, Cossiga e Valori – cresciuti nello stesso duro clima di guerra fredda all’italiana, fatta di dossier, cordate, colpi bassi, logge segrete – prima di quell’incidente si amavano: Cossiga al Quirinale aveva nominato Valori, che va pazzo per le onorificenze, Cavaliere di Gran Croce; e Valori aveva assunto il figlio di Cossiga come manager alla Società Autostrade. Dopo lo sgarbo di Blu, amicizia rotta. Ma per poco. Cossiga, si sa, è estroso, cambia in fretta. A metà maggio del 2000 gli uomini vicini a Valori già assicurano che «i due si sono parlati e hanno chiarito ogni cosa». Naturalmente nei palazzi romani c’è chi cerca di spiegare le bizze tra i due brontosauri con motivi più sostanziosi che un semplice mancato invito al party di battesimo di Blu: politica, finanza, cordate, poteri... Ma è un attimo: poi questioni ben più pesanti arrivano a occupare la scena.
Blu è, fin dall’agosto 1999, il quarto gestore dei telefonini Gsm. Ma stenta a partire, esordisce sul mercato soltanto nel maggio 2000 e arriva, appunto, per quarto, con Tim che è figlio dell’ex monopolista Telecom, Omnitel che diventa una splendida case-history da scuola di management, Wind (azionisti Enel e France Télécom) che corre, seppure un po’ a fatica, dietro ai due grandi. E Blu? Arranca. Riuscirà a conquistare pian piano solo il 4 per cento degli utenti, e per di più telefonatori deboli, che tendono al risparmio, visto che rappresentano solo il 2 per cento del traffico telefonico. Ma Blu, arrivata per ultima, cerca di differenziarsi, offre servizi innovativi, punta sulla semplicità. E poi la telefonia è il futuro; e il futuro della telefonia è l’Umts. Ottobre 2000, lo Stato assegna le licenze Umts: Blu concorre per vincere.

A questo punto sarebbe necessario
un complicato intermezzo tecnologico per spiegare le mirabolanti caratteristiche dell’Umts. Riduciamolo al minimo. Oggi usiamo il telefono (Gsm) per telefonare e, in piccola parte, per fare altro: inviare messaggini Sms, o ricevere brevi informazioni, l’oroscopo, i risultati delle partite di calcio... L’Umts ribalta i termini: sarà un oggetto che servirà a tante cose, tra cui anche telefonare. La quantità d’informazioni che gli potranno giungere sarà portentosa, il telefonino diventerà un piccolo computer perennemente collegato a internet o ad altre reti tutte da inventare. Potremo scegliere il film da andare a vedere guardando al telefono i trailer. O rivedere i gol preferiti. Con una piccola telecamera, ecco fatto il videotelefono. Il fornitore di salumi, o di computer, avrà in ogni momento sotto controllo la rete dei suoi clienti, con tutti i conti, gli ordini, i prezzi, gli sconti. Chi ha bisogno di informazioni le potrà trovare rapidamente collegandosi a una banca dati. Chi vuole proprio investire in Borsa potrà fare trading on line direttamente dal telefonino personale. Insomma, cambierà il modo di comunicare, ma anche di lavorare e d’investire. In modi che oggi possiamo solo in parte immaginare. Previsione degli esperti: l’Umts diventerà il 90 per cento della telefonia entro sette, otto anni. L’appuntamento, dunque, è per il 2010.
Nel 2000, intanto, c’è la gara per le licenze. Ci si arriva con grandi aspettative. Le aziende fanno i loro conti sapendo che c’è molto da guadagnare, ma anche molto da investire, da aspettare e da lavorare. I governi dei Paesi europei, che mettono in palio le licenze, sanno d’altra parte che è un’occasione unica per portare a casa un pacco di miliardi per risanare i conti pubblici e rimpinguare le casse dello Stato, che di soldi ne hanno bisogno sempre, a tutte le latitudini. Il raccolto della gara è buono in Germania e in Gran Bretagna, dove le aziende si sfidano a suon di rilanci e una licenza viene a costare il corrispettivo di circa 10 mila miliardi di vecchie lire. È pessimo in Olanda e Spagna, dove invece le aziende decidono di non dissanguarsi oggi per sperare in guadagni forti ma rischiosi domani. L’Italia, come la Francia, si posiziona a metà strada: i risultati per lo Stato sono inferiori alle aspettative del governo, ma non pessimi.

La gara italiana, però, ha un colpo di scena.
Le licenze da assegnare sono cinque, i concorrenti sono sei. Il presidente del Consiglio – allora era Giuliano Amato – si frega le mani immaginando che tutti e sei facciano dei bei rilanci per non essere esclusi e, nelle notti di luna, sogna un incasso vicino ai 50 mila miliardi di lire. Prudentemente, però, mette a bilancio solo la base d’asta, 25 mila miliardi. Intanto Valori si dà da fare e promette 3 mila assunzioni entro il 2001. Porta a casa gli incentivi e gli sgravi fiscali per le aziende che investono al Sud. Apre un call center a Palermo. Poi si fa beccare al telefono dal solito magistrato impiccione (ma l’intercettato non è lui, bensì il suo interlocutore: il cardinale di Napoli Michele Giordano). Valori blandisce il cardinale, affinché sostenga un consorzio locale di telefonia: «Eminenza, se entriamo noi, la Nokia apre uno stabilimento anche ad Avellino...». Poi a Giordano telefona il direttore dell’Osservatore romano Mario Agnes, che su Valori (l’unico iscritto alla P2 espulso dal gruppo massonico, perché faceva troppa concorrenza a Licio Gelli) lancia avvertimenti al cardinale: «Vostra Eminenza deve sapere che questo è Loggia nel senso stretto del termine!...».
Intanto i concorrenti si schierano ai blocchi di partenza. Ci sono, naturalmente, Tim e Omnitel, Wind e Blu, già presenti nella telefonia mobile Gsm; poi due nuovi aspiranti gestori: Ipse (Acea e la spagnola Telefonica) e H3G (i cinesi di Hutchinson Wampoa). Mentre Giuliano Amato continua a sognare un bilancio da favola, ecco il colpaccio: Blu si ritira dall’asta, i concorrenti restano in cinque e si portano a casa a buon prezzo le cinque licenze. Lo Stato incassa 27 mila miliardi.
Tempesta. Il governo Amato inÅigge a Blu una multa di 4 mila miliardi (poi annullata dal Consiglio di Stato) per turbativa d’asta. La procura di Roma apre un’inchiesta per verificare se siano stati commessi reati. Le solite malelingue insinuano che la gara era stata combinata, che Blu si è ritirata al momento giusto per favorire gli altri concorrenti. Ma in cambio di che cosa? La verità è che, debole nel Gsm e senza licenza Umts, Blu è una scatola vuota. Un bel marchio con una bellissima campagna pubblicitaria, in cui lo spermatozoo diventa bambino e promette: «Blu. Il futuro che non c’era». Fabrizio Russo, il creativo della Leo Burnett che l’ha ideata, continua ad accumulare premi con i suoi film controcorrente, ma Blu scricchiola, i manager scappano, i dipendenti cominciano a temere per il posto di lavoro.

Perché Blu si è ritirata dalla gara, autocondannandosi
al deperimento? British Telecom aveva una difficile ristrutturazione in corso. Ma sono i Benetton a far saltare tutto: dopo aver rifatto i loro conti, decidono di non tirare fuori la loro quota di tutti quei miliardi che sarebbero stati necessari per la licenza, almeno 4 mila, e poi per costruire una rete Umts: impianti e 6 mila nuove antenne per coprire tutta l’Italia, con una spesa ulteriore di 5 mila miliardi. Scelta legittima, di fronte a un progetto industriale costoso e rischioso. Eppure i conti erano facili da fare fin dall’inizio, si sa che la telefonia è un business «capital intensive», che cioè ha bisogno di tanti soldi e tanto tempo prima di portare profitti. Qualcuno, nell’eterno clima dietrologico italiano, insinua che c’è dietro qualcosa. Il settimanale Il Mondo nel gennaio 2002 scrive: «È caccia all’anonimo che accusa Benetton. Da qualche giorno un documento di cinque cartelle gira per Roma. Forse lo hanno ricevuto anche la Corte dei conti o qualche magistrato. Il documento sostiene che Edizioni Holding (cioè i Benetton) nell’ottobre del 2000 intralciò l’asta per le licenze di telefonia Umts per favorire Telecom, della quale sarebbe diventato azionista nell’estate successiva».
Forse i Benetton nell’ottobre 2000 non si sognavano neppure di entrare in Telecom, ma effettivamente pochi mesi dopo Marco Tronchetti Provera getta la sua Pirelli all’assalto della Telecom e la conquista. Al suo fianco ci sono i Benetton: perché mai avrebbero dovuto sudare sangue per costruire da zero la piccola, incerta Blu, quando potevano allungare la mano e prendere nientemeno che Telecom? Ma l’unica osservazione arriva dal commissario europeo per la concorrenza Mario Monti: Benetton non può tenere i piedi in due scarpe, Blu e Telecom. Se vuole restare in Telecom, deve vendere la sua quota di Blu.

A questo punto gli esperti inseriscono un intermezzo
tecnologico-politico-finanziario, edificato su due domande. Prima: l’Umts è un grande affare o un’illusione, decollerà davvero oppure no? Per la risposta, non resta che aspettare il 2010. Seconda: i voraci governi europei non hanno fatto male i loro conti, trattando le telefoniche come vacche da mungere, spremute per le gare e ora rimaste, in tutta Europa, senza più risorse per investire in impianti? Cambiando animale: per portare a casa la gallina oggi, non rischiano di non avere più le uova d’oro domani?
Ma mentre ci si interroga sulle sorti delle telecomunicazioni e sui destini del mercato, qualcuno dimostra di essere più furbo degli altri. Nel dicembre 2001 un socio zitto zitto si defila, prende il cappello e se ne va. È Mediaset. Esce da Blu, vendendo la sua quota (9 per cento) a British Telecom, in forza di «patti parasociali» (tecnicamente: un diritto di put) sventolati al momento buono, ma fino ad allora ignoti agli altri soci. La vendita avviene oltretutto a un prezzo incredibile, 106 milioni di euro, in un momento in cui la crisi non è ancora manifesta, ma certo Blu è già in stato di difficoltà strategica e ha difficilmente il valore di quei 1,2 miliardi di euro che British Telecom ha invece accettato senza battere ciglio. Che cosa ha promesso, in cambio, Mediaset (e il suo maggiore azionista, Silvio Berlusconi) agli inglesi?
Esplode il caso. Nel gennaio 2002 Vito Gamberale, rappresentante dei Benetton nel consiglio d’amministrazione di Blu, si dimette. Come a dire agli ex soci di Mediaset: vi siete salvati Dio sa come, ma non pensate adesso di lasciarci qui con il cerino in mano. Si noti il caso da manuale di conflitto d’interessi: Berlusconi azionista di Mediaset si salva mentre il governo di Berlusconi presidente del Consiglio (nella persona del ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri) comincia a darsi da fare per risolvere il caso Blu. E Gamberale e Benetton si rivolgono a Berlusconi presidente del Consiglio perché li faccia uscire dall’incresciosa situazione in cui li ha lasciati Berlusconi azionista di Mediaset.

I dipendenti di Blu sono intanto venuti allo scoperto.
Hanno inventato nuovi modi di protesta per ottenere visibilità. Hanno inondato l’Italia di e-mail. Hanno scioperato venerdì 1 marzo in difesa del posto di lavoro. Si sono presentati ai girotondi attorno alle sedi Rai esibendo cartelli e i loro cappellini blu. A Palermo hanno sfilato addirittura in mutande. Per farsi sentire hanno usato la rete internet: il sito www.breadandroses.it animato da Filippo Di Nardo e Lorenzo Guerra, specializzato in storie di lavoro e net economy. Dopo le agitazioni dei dipendenti di Matrix-Virgilio e di Omnitel, ecco un’altra vicenda di lavoratori di tipo nuovo, senza tuta e senza tutela. Nella sede di Firenze sono 340 i contratti di formazione lavoro e 260 sono i lavoratori interinali già usciti dall’azienda. A Palermo 440 sono i contratti di formazione lavoro. Nelle sedi Blu di Roma, Napoli, Milano e Padova vi sono poi altri 880 dipendenti, più garantiti perché assunti con contratto a tempo indeterminato, ma comunque a rischio nel caso che Blu naufraghi. A maggio, quando scadranno molti contratti di formazione lavoro, saranno almeno 500 i dipendenti usciti da Blu: licenziati invisibili, perché mai assunti.
La politica però è tranquilla. Blu è un problema, ma la soluzione è pronta. Il più è già stato fatto: Mediaset ha risolto da sé il suo caso (miracolo italiano che si verifica quando un’azionista è anche presidente del Consiglio); Benetton ha avuto quello che voleva, cioè l’ingresso in Telecom. Resta soltanto da smontare Blu. Il fido Gasparri si è recato a Bruxelles dal commissario Monti e gli ha proposto la sua soluzione: Tim si compra Blu, con l’impegno di vendere poi a pezzi i suoi asset. Monti ha scosso la testa: no, neanche in via transitoria è possibile una concentrazione contro le regole della concorrenza. E allora, spezzatino: Blu vende i clienti e un po’ di dipendenti a Wind; ripartisce le frequenze e gli impianti tra gli altri operatori; il marchio, i dipendenti residui e le perdite accumulate nei bilanci se le accolla Tim.

È la quadratura del cerchio: Wind
da una parte (con i clienti) s’ingrandisce, dall’altra (con i dipendenti) inghiotte il rospo, ma lo deve fare, visto che il governo Berlusconi sta per fare le nuove nomine dell’Enel, che di Wind è la mamma; Tim deve inghiottire un rospo ancora più grosso, ma in cambio potrà iscrivere nel suo florido bilancio le perdite di Blu (900 milioni di euro), risparmiando una montagna di tasse; e non solo: domani il governo Berlusconi potrà ricambiare il favore, magari concedendo a Tim una sostanziosa defiscalizzazione degli investimenti sulla banda larga, per far decollare la telefonia del futuro – con grande soddisfazione di Tronchetti Provera. Resta solo un problema giuridico da risolvere: le frequenze, essendo proprietà dello Stato concesse in licenza, non possono essere vendute tra privati, dev’essere il governo a riassegnarle. Ma figurarsi se i due Berlusconi (l’azionista di Mediaset e il presidente del Consiglio), con tanti avvocati intorno, non troveranno una bella soluzione anche per questo.

lunedì 25 febbraio 2008

Sondaggi

Alla caduta del governo Prodi, molti erano sicuri che alle elezioni del 13 e 14 aprile avrebbe trionfato Berlusconi.
Secondo un sondaggio on-line del sito sondaggielezzioni.com su un totale di 3671 votanti, il 48%, pari a 1777 persone, voterebbero PD+Di Pietro+Radicali. Il PDL arriverebbe al 39% (1434 voti), mentre il 13% (460 voti) non voterebbe nè l'uno, nè l'altro.
Secondo un altro sondaggio on-line svolto dal sito Zoopolitico.it su un totale di 461 votanti il 61% (282 voti) voterebbe per il centrodestra, mentre il 39%(179 voti) per il centrosinistra. In questo sondaggio però non sono specificati i partiti.
Invece, secondo il sito Reset, su un totale di 1882 votanti, il PD otterrebbe il 43% dei consensi, pari a 828 voti, il PDL solo il 21% (401 voti). Se AN corresse da sola otterrebbe il 6% delle preferenze(129 voti). La Sinistra Arcobaleno arriverebbe all'8% dei voti (165). Il Partito Socialista otterrebbe solamente il 2% dei voti (41). L'Italia dei Valori arriverebbe al 5%(112). Le liste civiche arriverebbero al 3%(59 voti) come i partiti di centro che otterrebero 57 voti. Il 4% dei votanti dice che non andrà a votare (82 persone).
Poi c'è il sondaggio più affidabile, quello condotto da
Gfk Eurisko per la Repubblica, tra il 18 e il 20 febbraio 2008.
Secondo quest'ultimo sondaggio, eseguito su un campione di 1510 persone, vede il PDL raccogliere il 40,5% delle preferenze, il PD fermo al 34,8%. Appaiono invece in difficoltà l'Udc (6.0%) e, ancor più, la Sinistra Arcobaleno (5.8%).
Il PD, come ho scritto sopra, è ancora sotto al PDL, ma in questi ultimi mesi ha rimontato. E di questo se ne sono accorti sia Veltroni che Berlusconi, che rilancia l'idea delle grandi intese in caso di pareggio.
Quindi, da questi sondaggi si può notare che la campagna elettorale è ancora aperta e che non è ancora detta l'ultima parola.
Comunque, qualsiasi partito vinca le elezioni si troverà sulle spalle un grandissimo fardello: evitare il fallimento economico-sociale dell'Italia, perchè ormai non c'è più tempo, abbiamo avuto un mucchio di possibilità, e le abbiamo sprecate tutte. Ora la nostra economia ci manda un ultimo avvertimento: o agiamo subito, o sarà troppo tardi.