passaparola

sabato 22 marzo 2008

I numeri dell'Italia 2

Ai parlamentari in pensione viene riconosciuta la rivalutazione automatica legata all’indennità dei parlamentari ancora in servizio, mentre a tutti gli altri pensionati no?
Perché a questi ultimi l’unico adeguamento riconosciuto è quello legato all’inflazione programmata anziché a quella reale per cui, così facendo, il loro potere d’acquisto diminuisce di anno in anno impoverendoli sempre di più?
Si acquisisce il diritto alla pensione "POLITICA" con una legislatura o metà di essa (30 mesi) completando il versamento dei contributi fino a 5 anni. L’età pensionabile è apparentemente di 65 anni ma, a seconda dei contributi versati, si scende rapidamente a 60 anni arrivando persino, per chi è diventato deputato prima del 1996, a percepire la pensione anche con meno di 50 anni di età a seconda degli anni di attività parlamentare. Per i senatori va ancora meglio in quanto questa possibilità è riservata anche agli eletti prima del 2001. Tali pensioni vanno da 3.108 euro al mese, con 5 anni di contributi, a circa 10.000 euro al mese, con 30 anni di contributi, con rivalutazione automatica legata all’indennità dei parlamentari ancora in servizio. Queste pensioni sono cumulabili con tutte le altre fonti di reddito, per cui vanno aggiunte eventuali altre pensioni derivanti da altri incarichi od altri stipendi che normalmente accompagnano la vita dei politici.

Quanto costa tutto questo ai bilanci di Montecitorio e Palazzo Madama, cioè sempre a "NOI"?
L'Espresso fa l'esempio di un deputato cessato dal mandato nell'aprile 2006 ed eletto per la prima volta nel '94. Il suo mandato effettivo è di 12 anni, in quanto la XII legislatura si chiuse anticipatamente dopo appena due anni ('94/'96). Ma sommando i contributi versati per riscattare i 3 anni mancanti (36.000 euro) a quelli regolarmente pagati durante il mandato (128.000 euro), l'onorevole neopensionato avrà versato alla fine complessivamente circa 164.000 euro per 15 anni di contribuzione. Questo "SACRIFICIO" gli consente di incassare oggi un assegno mensile di 6.590 euro lordi. Con quali altri vantaggi? Nell'ipotesi che abbia oggi 57 anni e che viva fino a 87, questo deputato incasserà alla fine 2.372.000 euro a fronte dei 164.000 versati. Un meccanismo che costerà alla Camera ben 2.200.000 mila euro. Questo per un solo deputato. Quanto ai costi complessivi, Montecitorio (dati 2006) ha in carico 2.005 pensionati (reversibilità comprese), che costano 127.000.000 di euro a fronte dei 9.400.000 mila di entrate relative ai contributi versati dai deputati in carica. Altrettanto critica è la situazione al Senato che con le sue 1.297 pensioni spende ogni anno quasi 60.000.000 a fronte dei 4.800.000 dei versamenti dei senatori in servizio. Un'autentica voragine che nel 2006 avrà prodotto un "BUCO NERO" stimato in 174.000.000 di euro. Anche questi a carico di tutti "NOI", cittadini contribuenti.

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