passaparola

lunedì 25 febbraio 2008

Sondaggi

Alla caduta del governo Prodi, molti erano sicuri che alle elezioni del 13 e 14 aprile avrebbe trionfato Berlusconi.
Secondo un sondaggio on-line del sito sondaggielezzioni.com su un totale di 3671 votanti, il 48%, pari a 1777 persone, voterebbero PD+Di Pietro+Radicali. Il PDL arriverebbe al 39% (1434 voti), mentre il 13% (460 voti) non voterebbe nè l'uno, nè l'altro.
Secondo un altro sondaggio on-line svolto dal sito Zoopolitico.it su un totale di 461 votanti il 61% (282 voti) voterebbe per il centrodestra, mentre il 39%(179 voti) per il centrosinistra. In questo sondaggio però non sono specificati i partiti.
Invece, secondo il sito Reset, su un totale di 1882 votanti, il PD otterrebbe il 43% dei consensi, pari a 828 voti, il PDL solo il 21% (401 voti). Se AN corresse da sola otterrebbe il 6% delle preferenze(129 voti). La Sinistra Arcobaleno arriverebbe all'8% dei voti (165). Il Partito Socialista otterrebbe solamente il 2% dei voti (41). L'Italia dei Valori arriverebbe al 5%(112). Le liste civiche arriverebbero al 3%(59 voti) come i partiti di centro che otterrebero 57 voti. Il 4% dei votanti dice che non andrà a votare (82 persone).
Poi c'è il sondaggio più affidabile, quello condotto da
Gfk Eurisko per la Repubblica, tra il 18 e il 20 febbraio 2008.
Secondo quest'ultimo sondaggio, eseguito su un campione di 1510 persone, vede il PDL raccogliere il 40,5% delle preferenze, il PD fermo al 34,8%. Appaiono invece in difficoltà l'Udc (6.0%) e, ancor più, la Sinistra Arcobaleno (5.8%).
Il PD, come ho scritto sopra, è ancora sotto al PDL, ma in questi ultimi mesi ha rimontato. E di questo se ne sono accorti sia Veltroni che Berlusconi, che rilancia l'idea delle grandi intese in caso di pareggio.
Quindi, da questi sondaggi si può notare che la campagna elettorale è ancora aperta e che non è ancora detta l'ultima parola.
Comunque, qualsiasi partito vinca le elezioni si troverà sulle spalle un grandissimo fardello: evitare il fallimento economico-sociale dell'Italia, perchè ormai non c'è più tempo, abbiamo avuto un mucchio di possibilità, e le abbiamo sprecate tutte. Ora la nostra economia ci manda un ultimo avvertimento: o agiamo subito, o sarà troppo tardi.

sabato 23 febbraio 2008

L'Italia è fallita?

E' dal 1994 che l'Italia è entrata nel tunnel recessivo. Più nessuna impresa straniera è venuta a investire qui, da 15 anni il sistema delle imprese italiane ha cominciato il suo declino lento e inarrestabile, vuoi per incapacità a competere, vuoi per assenza di infrastrutture degne di tal nome, vuoi per gestioni criminali, vuoi per un'insopportabile pressione fiscale e contributiva, vuoi per la concorrenza dei paesi emergenti, vuoi per una fortissima contrazione dei consumi. I governi da allora succedutisi hanno occultato questo declino recessivo dell'economia reale, praticando politiche fiscali che hanno affamato mezza Italia, praticando condoni e sanatorie per rastrellare soldi, svendendo tutte le imprese pubbliche a favore di privati, chiudendo entrambi gli occhi sulle porcherie combinate dalle banche e da faccendieri vari ai danni dei risparmiatori, chiudendo entrambi gli occhi sui bilanci falsi di imprese che erano già morte (vedi cirio e parmalat su tutte), insomma hanno BARATO in modo vergognoso. I numeri rimangono numeri però, e oggi i nodi sono tutti al pettine: crescità zero, lavoro precario di tipo schiavista, salari fermi da 8 anni, inflazione reale alle stelle, debito pubblico tamponato con l'aumento della pressione fiscale, tutti indicatori macroeconomici che dicono una sola cosa: L'ITALIA E' FALLITA.
La politica lo sa e quindi ruba e imbroglia il più possibile senza temere la reazione del popolo considerato solo un elemento di disturbo da trattare coi manganelli."
"Fonte MAS74 yahoo answer".
L'altro giorno curiosavo su yahoo answer, quando sono incappato in questa domanda che mi ha incuriosito moltissimo: "L'Italia è fallita?".
Purtroppo la risposta è ovvia: sì.
Siamo ultimi in Europa per tutto, il nostro PIL stenta ad arrivare allo 0,7%, la produzione industriale crolla e non ci sono più industrie straniere disposte a investire da noi. Paesi che sono sempre stati inferiori a noi dal punto di vista economico, tipo la Grecia e la Spagna, ci hanno superato, o si stanno avvicinando. Altri paesi che sono sempre vissuti in situazioni di povertà, senza riuscire a far decollare la loro economia, come ad esempio la Romania, adesso stanno vivendo un boom economico. Ma allora perchè solo noi non riusciamo a crescere e, anzi, retrocediamo? Che cosa ci ha portato a questo punto morto? Semplice, 15 anni di governi incapaci e che hanno sfruttato il loro potere per fare leggi volte a levare determinati uomini politici dalle loro grane con la giustizia oppure che stentavano ad ottenere la maggioranza per far passare le leggi necessarie al paese per ripartire.
C'è bisogno di cambiamento e rinnovamento, altrimenti non per l'Italia non c'è più un futuro.

lunedì 11 febbraio 2008

In questi giorni c'è una domanda che mi assilla: ma noi abbiamo veramente toccato il fondo, oppure possiamo cadere ancora più in basso?
Il problema, a mio parere è che abbiamo una politica vecchia e corrotta.
L'esempio più lampante è Silvio Berlusconi.
Berlusconi è nato come imprenditore e fondatore della rete televisiva Fininvest.
A tuttoggi non si sa da dove siano venuti i soldi che gli sono serviti per avviare la sua attività imprenditoriale quando aveva ancora ventisette anni.
Quello che si sa è che suo padre l'avorava nella banca Rasina di Milano, dove vi avevano depositato i soldi i più importanti esponenti della mafia e pure il nostro caro amico Silvio.
La cosa che più di tutto mi da noia di berlusconi è che ha sfruttato il potere e la fiducia degli italiani per salvarsi dalle grane giudiziarie, che ha messo in crisi l'economia italiana, che per colpa sua decine di famiglie e di pensionati stentano ad arrivare alla fine del mese.
Se lui avesse un pò di umiltà e rispetto per l'Italia e gli italiani, allora non si ricandiderebbe e lascerebbe il suo posto di leader del PdL a qualcuno più giovane e capace di lui.