passaparola

venerdì 11 aprile 2008

Brogli elettorali 2

Da alcune conversazioni si delinea il meccanismo del broglio messo in piedi da un’affarista e uomo politico. Pagare una serie di persone - probabilmente addetti ai lavori - per chiudere un occhio e non vedere che «abili manine» sbarravano con una croce le schede non votate. Il simbolo, ovviamente, era quello dell carissimo amico, l’uomo politico siciliano. Si tratta di quelle schede che in gergo si chiamano le schede di ritorno, non recapitate all’elettore e da rimandare (bianche e intonse, ovviamente) al mittente. Il lettore addentro ai complicati meccanismi elettorali ricorderà che alle scorse elezioni le polemiche si incentrarono proprio su questo tipo di schede. Tantissime nelle varie circoscrizioni estere, oltre 10mila - segnalò un servizio del Tg della Tv svizzera italiana - erano in circolazione e destinate al «miglior offerente».
Costo dell’operazione, secondo le indiscrezioni trapelate, 200mila euro: 400 milioni delle vecchie lire per truccare il voto degli italiani all’estero.almeno 50mila, all’estero e nelle zone d’Italia che controlla. Un vero e proprio attacco alla libertà dei cittadini, un condizionamento del voto tanto forte da far tremare la democrazia. Chi è l’uomo politico che ha trattato con quell’affarista ritenuto punto di riferimento dei clan calabresi e non solo? A quale schieramento appartiene? A che punto è la trattativa? Sono domande alle quali è vitale dare una risposta prima del voto. Quello che è certo è che, ancora una volta, il voto degli italiani all’estero è segnato dal caos più totale.

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